Una costellazione di imprese artigiane

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Legge di stabilità 2016 Risparmio di 153,3 milioni di euro con le principali nove misure a favore delle MPI della Puglia

Bari, 06/11/2015 – Ben 153,3 milioni di euro di risparmio per le micro e piccole imprese della Puglia. Questo grazie alle principali nove misure contenute nella Legge di Stabilità 2016: regime forfetario, eco-bonus, superammortamenti, franchigia Irap, recupero Iva ai fallimenti, taglio Ires, proroga dell’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato, estensione della cassa integrazione guadagni in deroga e detassazione dei premi di produttività.

 

E’ quanto rileva il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato gli importi a regime previsti nella Relazione tecnica del provvedimento e, nel caso di misure temporanee, la media annuale del triennio 2016-2018, sulla base di dati di fonte Istat, Mef e Unioncamere-Ministero del lavoro.

 

In particolare, le aziende fino a 20 addetti della provincia di Bari potranno risparmiare 51,8 milioni di euro; quelle di Barletta-Andria-Trani 16,2; quelle di Brindisi 14; quelle di Foggia 20,6; quelle di Lecce 32,7; quelle di Taranto 18. Per un totale di 153,3 milioni.

 

«La proiezione elaborata dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – ci consente di comprendere quale sia l’impatto positivo sul nostro territorio dei provvedimenti contenuti nella legge di stabilità.

Anche grazie al pressing costante di Confartigianato, il Governo ha finalmente imboccato la strada della riduzione della pressione fiscale sulle imprese. Il taglio dell’aliquota IRES rappresenta l’intervento di maggior nota sebbene, considerata la composizione del tessuto produttivo pugliese, la ricaduta in Puglia non è rilevante quanto in altri territori a maggiore densità di imprese costituite in forma societaria.

Molto positivi sono i provvedimenti adottati in materia di regime forfetario, superammortamenti, franchigia IRAP e recupero immediato dell’IVA sui crediti insoluti.

Particolarmente importanti – conclude il presidente – anche gli eco bonus in favore di ristrutturazioni edili, riqualificazione energetica degli edifici ed arredi. L’auspicio è che, in accoppiata con l’abrogazione dell’IMU sulla prima casa, questo pacchetto di misure aiuti un comparto fondamentale come quello edile ad uscire finalmente dal baratro in cui è sprofondato negli ultimi anni».

 

Va ricordato che, in Italia, l’impatto complessivo a favore delle micro e piccole imprese si valuta in tre miliardi 451 milioni di euro, come somma delle sei misure che abbassano la pressione fiscale per due miliardi 543 milioni (pari al 73,7 per cento del risparmio) a cui si aggiungono 908 milioni (pari al 26,3 per cento) di minori costi sul fronte del lavoro.

 

Nel dettaglio, il taglio dell’aliquota Ires vale 961 milioni di euro (pari al 27,8 per cento dell’impatto totale sulle micro e piccole imprese). Seguono gli eco-bonus per le ristrutturazioni edili, mobili compresi, e la riqualificazione energetica degli edifici per 553 milioni (pari al 16 per cento), il regime forfetario per 414 milioni (12 per cento), i superammortamenti per 310 milioni (9 per cento), la franchigia Irap per 180 milioni (5,2 per cento), il recupero immediato dell’Iva sui crediti insoluti per 126 milioni (3,6 per cento). Per quanto concerne i tre interventi riguardanti i minori costi del lavoro, la proroga dell’esonero contributivo per assunzioni a tempo indeterminato, che equivale a 541 milioni di euro, rappresenta il 15,7 per cento del risparmio, seguito dalla detassazione dei premi di produttività per 217 milioni (6,3 per cento) e dall’intervento sulla Cassa integrazione guadagni in deroga per 150 milioni (4,3 per cento).

Per ulteriori approfondimenti si rinvia all'allegato sottostante. 



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