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Calano i consumi, ma l’indebitamento delle famiglie resta sopra i sette miliardi di euro

Bari, 29/03/2013 – Oltre sette miliardi di euro. A tanto ammonta il giro d’affari del «credito al consumo» in Puglia. Nonostante la contrazione della domanda, l’indebitamento delle famiglie resta ancora alto: 7 miliardi 259 milioni di euro.

Una cifra da capogiro, rilevata dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia, incrociando più fonti. Negli ultimi anni, l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto dei pugliesi che si sono indebitati sempre più, ricorrendo al «credito al consumo», per comprare beni, come elettrodomestici o servizi (cosiddetto «credito finalizzato») oppure per soddisfare esigenze personali, come un viaggio.

Analizzando gli importi erogati, tre miliardi 584 milioni di euro sono stati concessi dalle banche, mentre tre miliardi 674 milioni dagli intermediari finanziari.

Da settembre 2011 a settembre 2012, in Puglia, il credito al consumo è comunque diminuito del 2,6 per cento. La flessione maggiore si registra in provincia di Foggia (-4,7 per cento); segue Bari (-3,3 per cento), mentre la minore riguarda Lecce (-0,5 per cento).

Molti contratti di finanziamento sono serviti per l’acquisto di telefonia mobile (come cellulari, smartphone e relativi abbonamenti), tablet, e-book, elettrodomestici «bianchi» o grandi (come frigoriferi, congelatori, lavatrici e lavastoviglie), elettrodomestici piccoli (come frullatori e friggitrici), elettrodomestici «bruni» o apparecchiature elettroniche (come televisori, videoregistratori, lettori dvd), personal computer ed accessori informatici, fotocamere e videocamere che compongono la galassia dei «technical consumer goods» (tgc).

Nel credito al consumo rientrano anche i mobili di arredamento, le moto e le auto (che negli ultimi mesi, però, hanno subìto una forte battuta d’arresto). Non sono compresi, invece, i mutui ipotecari per l’acquisto di immobili né i prestiti concessi per finalità professionali, come ad esempio l’autovettura usata per il trasporto dei dipendenti della propria azienda.

A partire dal 2002, il credito al consumo è costantemente cresciuto. Poi, nel 2009, ha «rallentato» a causa degli effetti della recessione globale. Da allora, il ritmo è altalenante: trimestri positivi si alternano a trimestri negativi.

«Questi numeri elaborati dal nostro Centro Studi - sottolinea il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza - dimostrano come la gente sia ricorsa e continua a ricorrere agli strumenti del credito al consumo, come carte di credito, prestiti personali, cessioni del quinto dello stipendio. Sempre più spesso - aggiunge - le famiglie sono costrette a rivolgersi a banche ed intermediari finanziari. Ma, così, continuano ad indebitarsi».

Per il presidente Confartigianato, Francesco Sgherza, «bisogna ridurre le commissioni e i tassi di interesse applicati su queste tipologie di finanziamento, soprattutto, in questo momento di grave recessione».

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