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Aumentano i depositi bancari e il risparmio postale in Puglia

Bari, 30/10/2014 – Aumentano i depositi bancari e il risparmio postale in Puglia. L’incertezza sulle tasse da pagare e le preoccupazioni sulle spese impreviste da sostenere spingono i pugliesi a risparmiare. Si mette molto, anzi troppo da parte.

E la montagna di denaro ha superato la quota di 56 miliardi di euro. Si tratta del valore più alto rilevato negli ultimi anni. Mai, infatti, gli istituti di credito e gli sportelli postali della Puglia hanno custodito una cifra così elevata, sotto forma o di conti correnti o buoni fruttiferi o certificati di deposito o altre forme di risparmio.

A rilevarlo è il Centro studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato gli ultimi dati di Bankitalia.

In un anno, da giugno 2013 a giugno di quest’anno, i depositi sono «lievitati» di un miliardo 354 milioni (prima si attestavano a 54 miliardi 659 milioni). L’incremento è stato del 2,5 per cento. Una percentuale sorprendente in questo periodo di grave recessione, ma che si spiega con i timori della gente a spendere i propri risparmi quando l’orizzonte appare sempre più incerto. Si resta, dunque, «liquidi» per paura di quello che verrà.

Passato il periodo di crisi che si è accentuato nel biennio 2009-2010, nel corso del quale si registra una lieve flessione del risparmio, dal giugno 2012 in poi, i depositi continuano a crescere.

Senza considerare il denaro che più di qualcuno può conservare in casseforti private per paura di dimostrare spese non ritenute congrue con il proprio reddito.

La provincia dove si registra la più alta percentuale di crescita è la Capitanata. A Foggia, infatti, i depositi sono saliti da 8,6 a 8,9 miliardi. Pari al 3,5 per cento. Seguono Taranto (+3,1 per cento), Bat (+2,5), Lecce (+2,3), Bari (+2,2), Brindisi (+1,2).

L’eccessivo risparmio può comportare conseguenze negative sull’andamento dell’economia e ne allontanerebbe l’agognata ripresa.

«I dati elaborati dal Centro studi regionale di Confartigianato – commenta Vincenzo Campobasso, presidente di “Artigianfidi Puglia” – sottolineano ancora una volta come i cittadini italiani siano ottimi risparmiatori. Si tratta indubbiamente di una caratteristica positiva, se confrontata con la tendenza del Paese in materia di debito pubblico. Tuttavia – continua – in questa fase di stagnazione è necessario ed urgente individuare gli strumenti e gli incentivi adeguati per rimettere in circolo perlomeno una parte di questo denaro che resta fermo negli sportelli bancari. Solo così si potrà innescare un circolo virtuoso che farà ripartire la nostra economia».

Già John Maynard Keynes, con il paradosso del risparmio, volle dimostrare come «un aumento dei depositi, lungi dal costituire una virtù, può determinare una riduzione del reddito nazionale». Se, infatti, le famiglie decidono di destinare una quota maggiore del loro reddito al risparmio, questo sarà sottratto all’acquisto e al consumo di beni e servizi. Le imprese, a fronte di una contrazione dei consumi, dovranno necessariamente diminuire la loro produzione, determinando una prima riduzione del livello di equilibrio del Prodotto interno lordo. Gli effetti negativi di un aumento del risparmio si ripercuoteranno anche sugli investimenti. Le aziende, infatti, in presenza di una riduzione dei consumi, tenderanno a rallentare o diminuire il ritmo dei loro investimenti futuri, generando, mediante gli effetti del moltiplicatore un’ulteriore riduzione del livello di equilibrio del reddito nazionale.

Al link in basso, lo studio completo di tabulati analitici.

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