Una costellazione di imprese artigiane

Notizie Live

Documenti

SmartPuglia 2020 - Smart Specialisation Strategy per la Puglia

Studi e Ricerche

Il documento descrive i principali elementi che costituiscono la Strategia regionale per la ricerca e l’innovazione basata sulla Smart Specialisation per il ciclo di programmazione 2014-2020. Fonda le sue premesse nella consapevolezza delle enormi criticità sociali e ambientali e intende proporre spunti di riflessione e leve su cui agire per l’individuazione di un nuovo modello di sviluppo economico responsabile.

La SmartPuglia2020 è una proposta di visio-ne prospettica che realizzi un potenziamento progressivo e collettivo di capacità di dialogo e ascolto attraverso un uso intelligente, inclusivo e sostenibile delle tecnologie.

Propone una stretta integrazione delle politiche “trasversali” per la ricerca, l’innovazione, la competitività, l’internazionalizzazione, la formazione ed il lavoro ed un potenziamento delle connessioni con le politiche “verticali” dell’ambiente, dei trasporti, del welfare e della salute, ect.

A valle di azioni “ponte” sperimentate nel ciclo di programmazione 2007-2013, rende sistemica una nuova generazione di politiche per la ricerca e l’innovazione capace di stimolare:

·         il rafforzamento delle capacità competitive del sistema produttivo in grado di coniugare il saper fare e la creatività del nostro territorio con l’uso sapiente delle tecnologie;

·         la valorizzazione dei talenti e delle competenze come fattore chiave del cambiamento;

·         il sostegno alle emergenti sfide sociali e ambientali che richiedono politiche pubbliche più intelligenti, ovvero capaci di mettere in connessione fabbisogni del territorio e innovazioni di prodotti/servizi;

·         la diffusione della digitalizzazione come acceleratore della “intelligenza” delle comunità locali e diffuse e strumento per l’open government;

·         la creazione di reti lunghe di connessione per facilitare la circolazione dei saperi anche oltre la dimensione territoriale.

È il frutto di un percorso di condivisione interna all’amministrazione regionale, del confronto con il partenariato socio-economico e di un articolato percorso di condivisione con i principali stakeholder regionali.

La costruzione partecipata della SmartPuglia è il presupposto per la ricerca e la verifica continua della specializzazione intelligente della Puglia di oggi e di domani.

SmartPuglia 2020 è un documento dinamico per sua natura e per la necessità di una straordinaria forma di manutenzione che restituisca coerenza all’evoluzione dei suoi stessi contenuti.

 


 

VERSO LA PUGLIA NEL 2020

 

1.1 Il punto di partenza

Nel Regional Innovation Scoreboard del 2012 la Commissione Europea ha messo a confronto le 190 regioni dell’Unione europea e di Croazia, Norvegia e Svizzera collocando gli Stati membri all’interno di quattro gruppi di paesi: Leader dell’innovazione, Paesi che tengono il passo, Innovatori moderati, Paesi in ritardo. A guidare la classifica dell’innovazione sono Danimarca, Germania, Finlandia e Svezia. L’Italia si colloca nel gruppo degli innovatori moderati con 12 regioni su 20 che rientrano in questa categoria mentre sono 6 le regioni che si piazzano su di un livello più elevato.

Per quanto riguarda la Puglia si riscontra un miglioramento: è entrata a far parte degli “innovatori moderati”.

Il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile in Italia pubblicato nel 2013 dal Cnel e dall’Istat, riguardante gli indicatori di carattere economico, ambientale e sociale sullo stato e sul progresso di una territorio.

È in fase di elaborazione da parte della Agenzia ARTI dell’Apulian Innovation Scoreboard6, finalizzato a misurare la performance del Sistema Innovativo Regionale e a fornire, dunque, indicazioni di policy coerenti con la S3, anche attraverso Benchmarking con altre regioni italiane ed europee.

Lo Scoreboard si alimenterà dei dati e dei risultati contenuti nel Portafoglio Tecnologico del Sistema scientifico regionale, nonché delle evidenze prodotte dagli studi sulle filiere tecnologiche, del monitoraggio dei soggetti intermediari dell’innovazione, della mappatura e dal monitoraggio delle imprese innovative, dei report sui fabbisogni innovativi delle imprese (di ogni comparto), dell’analisi sui brevetti e sulle pubblicazioni scientifiche, così come più diffusamente descritti nei paragrafi precedenti. Inoltre, tale strumento sarà integrato con il “cruscotto” di monitoraggio e valutazione delle politiche regionali per l’innovazione.

Lo Scoreboard sarà predisposto sulla base delle buone pratiche acquisite grazie alla partecipazione della Regione Puglia e dell’ARTI a progetti network europei, in particolare nell’ambito del Progetto IASMINE7 e del Progetto Scinnopoli, finalizzati allo scambio di buone pratiche per la valutazione delle politiche regionali per l’innovazione, e dalla partecipazione  a workshop e sessioni di approfondimento organizzati nell’ambito della Smart Specialization Strategy Platform dell’IPTS di Siviglia .

 

1.2 Il Sistema Innovativo Regionale

La Puglia dispone ormai da anni sul proprio territorio di un apparato di produzione industriale di rilevanti dimensioni per numero di unità locali e loro addetti diretti e in attività indotte, importanza nazionale dei loro comparti di appartenenza, capacità esportativa e propensione all’innovazione.

Addensati in prevalenza nelle vaste aree industriali di Bari, Brindisi e Taranto ma con significative presenze anche in Capitanata e nel Salento, gli impianti e i siti produttivi di maggiori dimensioni a capitale settentrionale ed estero operano nei settori della siderurgia, chimica di base e fine, gomma, vetro, energia, automotive, aerospazio, agroalimentare, dell’ICT e dei materiali per l’edilizia.

Accanto ad essi sono presenti in vari centri minori della Puglia nuclei diffusi di piccole, medie e in alcuni casi grandi aziende di imprenditori locali operanti nell’agroalimentare,

Completano il panorama delle industrie pugliesi le imprese edili e quelle legate all’estrazione e lavorazione di materiali litici: le prime, presenti nella maggior parte dei Comuni della regione con strutture societarie ed operative di varie dimensioni e le seconde, invece, concentrate in misura prevalente nei bacini estrattivi di Cursi nel Salento, Trani nella BAT ed Apricena nel Foggiano. Un importante processo di aggregazione di filiere di imprese è stato promosso con la Legge regionale 23 del 2007 relativa al riconoscimento dei Distretti Produttivi. Ad oggi ne sono stati riconosciuti 189.

Passando all’esame del contributo dei vari settori produttivi all’andamento dell’export regionale, si rileva che dal 2008 le esportazioni pugliesi sono cresciute più di quelle delle altre regioni del Mezzogiorno, anche per effetto del miglior posizionamento sui mercati internazionali di alcune realtà industriali di grandi dimensioni nel settore metalmeccanico e farmaceutico.

 

I Distretti Produttivi riconosciuti dalla regione Puglia al 31.12.2013 sono:

Distretto produttivo delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica “La Nuova energia”;

Distretto produttivo lapideo pugliese; Distretto logistico pugliese;

Distretto produttivo della moda Puglia; Distretto produttivo florovivaistico;

Distretto produttivo Comunicazione, Editoria, Industria Grafica e Cartotecnica;

Distretto produttivo del legno e arredo;

DES PUGLIA – Associazione Distretto dell’Edilizia Sostenibile Pugliese; Distretto della Nautica da diporto;

DIPAR – Distretto Produttivo dell’Ambiente e del Riutilizzo; Distretto Produttivo dell’Informatica;

Distretto Produttivo della Meccanica Pugliese;

DAJS – Distretto Agroalimentare di Qualita Jonico Salentino S.C A R.L.; Distretto Agroalimentare di qualità Terre federiciane;

Distretto produttivo della pesca e acquicoltura pugliese; Distretto produttivo Puglia creativa;

Distretto produttivo del Turismo pugliese;

Il significativo incremento dell’export non si è esteso a tutti i settori del “made in Italy”, che continuano a risentire di una debole presenza nelle produzioni a maggior valore aggiunto.

In linea con le relative performance del “Sistema Italia”, l’analisi della composizione settoriale delle esportazioni pugliesi nel 2011 conferma il maggiore contributo dei settori di trasformazione industriale ed a maggiore intensità di innovazione, con particolare riferimento alla produzione di beni intermedi e strumentali, al positivo andamento dell’export regionale, anche se alcuni dei principali settori manifatturieri a “matrice tradizionale”, dopo alcuni anni di difficoltà sul fronte del presidio dei mercati esteri, proseguono un ciclo di rinnovata crescita. Infatti, nel corso del 2011, l’aumento delle esportazioni è stato trainato soprattutto dal comparto dei mezzi di trasporto e da quello dei macchinari, dal settore chimico-farmaceutico e da quello metallurgico: questi quattro comparti incidono complessivamente sull’export pugliese per il 67%, mentre, in base alle stime della Banca d’Italia, hanno rappresentato l’83,6% dell’incremento complessivo registrato nel 2011.

Il sistema regionale della ricerca e sviluppo è composto dalle 5 Università pugliesi (4 statali, 1 privata) e dai loro Uffici  ILO, dai centri di ricerca pubblici e privati, dai Parchi Tecnologici  di “Tecnopolis” a Valenzano e della “Cittadella della Ricerca” a Brindisi e dai Distretti tecnologici.

In Puglia sono presenti anche le sedi di tutti i principali Enti Pubblici di Ricerca (EPR), come il CNR, l’ENEA e l’INFN. Oltre ad un articolato sistema di reti di laboratori pubblici, la Puglia vanta una presenza di rilievo nel panorama delle infrastrutture europee di ricerca con una particolare vocazione alla cooperazione con il Mediterraneo sono : lo IAM - Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, uno dei quattro poli della rete del CIHEAM, Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei, il Centro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici(CMCC), che approfondisce le conoscenze nel campo della variabilità climatica, delle sue cause e le sue conseguenze e della infrastruttura ESFRI per la biodiversità Life Watch.

Inoltre sono presenti sul territorio regionale diversi consorzi di ricerca, come il Centro Ricerche Bonomo, CETMA, OPTEL, ISBEM e Centro Laser, che, benché soggetti privati, hanno una partecipazione pubblica significativa.

L’analisi dell’ attività brevettuale nella Regione Puglia nel periodo 1980-201011  evidenzia la prevalenza dei macro-settori brevettuali “Meccanico” e “Chimico”, ai quali sono riconducibili rispettivamente circa il 40% e il 19% dei brevetti pugliesi registrati nel periodo 1978-2010.  La ripartizione per province suggerisce inoltre alcune differenze nella specializzazione tecnologica delle province per lo stesso periodo. Mentre Bari, Foggia e Taranto sembrano avere profili similari, con una marcata preminenza del settore Meccanico (a cui è riconducibile il 46% dei brevetti a Bari, il 42% a Foggia e il 32% a Taranto), Brindisi e Lecce hanno caratteristiche più specifiche. Brindisi vede una preminenza infatti del settore Chimico (42% dei brevetti), seguito dal settore Meccanico (26%). Lecce ha una distribuzione dei brevetti più equilibrata fra i diversi settori (preminenza del Chimico, con il 27%, seguito da Ingegneria elettrica/elettronica con il 19%, poi Other Fields 19%, Chimico 19% e Strumentazioni con il 17%). L’evoluzione nel tempo della composizione tecnologica dei brevetti pugliesi indica una sostanziale stabilità nel tempo dei profili regionali di specializzazione tecnologica, con il settore della Meccanica che mantiene il primato nei diversi quinquenni. Si nota però un calo del peso relativo della Meccanica dal quinquennio 94-98 al quinquennio 04-08, che passa dal 48% al 36% dei brevetti regionali. Nello stesso periodo, invece, si nota una crescita dei settori della “Chimica” e dell’”Ingegneria elettrica/elettronica”, che aumentano invece dal 14% al 20%, e dal 8% al 15% rispettivamente.

Inoltre, l’analisi delle pubblicazioni da parte di università, enti di ricerca e imprese della Regione Puglia nel corso del periodo 1990-2011 evidenzia che il numero complessivo di pubblicazioni è cresciuto in maniera lineare nel corso degli ultimi venti anni, passando dalle circa 300 pubblicazioni del 1990 sino alle quasi 3.000 del 2011. La Regione Puglia presenta una specializzazione marcata nell’area delle scienze dell’agricoltura e biologiche (l’indice, pari a 1,7, evidenzia oltre il 70% in più di pubblicazioni rispetto al resto di Italia), nella ricerca veterinaria (1,5), nella fisica e nell’astronomia (1,4) e nel campo dell’immunologia e della microbiologia (1,4). Analogamente, le aree della matematica (1,2) e delle scienze ambientali (1,1) mostrano una situazione di specializzazione seppure di minore magnitudine. Una situazione di pari specializzazione riguarda invece l’area della biochimica, genetica e biologia molecolare (1). Le altre aree, trasversali alla scienze sociali e discipline umanistiche, scienze mediche e scienze dure denunciano una situazione di leggera o marcata de-specializzazione. Se ci si concentra sui singoli campi di ricerca (macro-aree scientifico disciplinari) si scopre che l’attività di pubblicazione ha andamenti differenti. Nel campo delle scienze sociali e delle discipline umanistiche il numero di pubblicazioni rimane invariato nel corso di tutti gli anni ’90 ed inizia a crescere dopo il 2000. Per contro, nel campo delle scienze della vita e nel campo delle scienze dure il numero di pubblicazioni cresce ad un ritmo a costante nel corso dell’intero intervallo di tempo considerato.

Per quanto concerne le scienze mediche si apprezzano delle fasi di stabilità (si veda in periodo 1996-2002) accompagnate da anni di rapida crescita (ad esempio gli anni 1996, 2003, 2005 e 2008).

Dall’analisi della posizione nei ranking a livello europeo ed internazionale12, emerge la seguente caratterizzazione delle Università pugliesi per eccellenza nella produzione scientifica:

Il presente report ha illustrato il posizionamento della produzione scientifica delle università della Regione rispetto alle migliori università italiane, europee e mondiali. I dati utilizzati sono stati estrapolati dal database del Global Research.

 

Benchmarking System (GRBS).

Il database contiene informazioni circa la produzione scientifica di 1337 università nel Mondo. Per quanto riguarda la Regione, sono state considerate le 4 università che rientrano nei parametri GRBS: Politecnico di Bari, Università di Foggia, Università di Bari ed Università del Salento.

Si possono effettuare le seguenti considerazioni:

-          all’interno della Regione, non si registra una significativa produzione scientifica per quanto riguarda l’Area CUN 13 (SCIENZE ECONOMICHE E STATISTICHE);

-          non ci sono università della Regione che rientrano nel Top 10% Mondo in nessun campo Scopus;

-          la Regione mostra un elevato livello di copertura nell’Area CUN 02 (SCIENZE FISICHE). In questa Area, la Regione presenta inoltre 3 campi Scopus che rientrano nel Top 30% Mondo e uno che rientra nel Top 10% Italia;

-          la Regione registra un discreto livello di copertura e delle buone performance (Top 30% Mondo e Top 10% Italia in alcuni campi) nelle Aree CUN 01 (SCIENZE MATEMATICHE ED INFORMATICHE) e 09 (INGEGNERIA INDUSTRIALE E DELL’INFORMAZIONE);

-          la Regione registra un buon livello di copertura nell’Area CUN 05 (SCIENZE BIOLOGICHE) e 06 (SCIENZE MEDICHE);

-          nelle altre Aree CUN non si registrano performance degne di nota.

 

1.3 Il nuovo percorso

La trasformazione della società operata dalla globalizzazione e dalla diffusione pervasiva delle nuove tecnologie digitali ha ridisegnato le dinamiche della domanda e dell’offerta di prodotti, servizi e conoscenze, rendendo disponibili su scala globale le risorse e le conoscenze di alta qualità e rendendo centrale il ruolo dei consumatori quali effettivi drivers dei processi di innovazione. Quindi, in futuro, le aziende avranno bisogno di diventare più aperte, cioè di imparare dai loro clienti e di collaborare con i competitori, ma anche, di contro, di assumersi una maggiore responsabilità sociale.

Dall’altro lato si impone una domanda pubblica più intelligente più capace di mettersi in relazione con lo stato dell’arte delle tecnologie. Infatti, le sfide globali richiedono nuove soluzioni, che rappresenteranno un’opportunità di business enorme e uno dei fattori di stimolo più importanti.

Ma nuove soluzioni inevitabilmente coinvolgono l’intervento condiviso delle istituzioni pubbliche: strumenti, regolazioni, standard, normative, modalità di appalto, ecc.

Le istituzioni, grazie a questo meccanismo, da soggetti con la funzione di mero controllo del processo di innovazione, diventano soggetti capaci di determinarlo, influenzarlo, e accompagnarlo, sostituendo e/o affiancando all’impegno per sostenere il possesso della conoscenza e delle risorse, quello per promuovere la capacità di usare la conoscenza diffusa per innovare.

Le politiche per la R&I della Regione Puglia hanno subito un’evoluzione in ragione di una progressiva consapevolezza dell’innovazione come processo sempre più aperto e internazionalizzato che mette in gioco, tra i molti interlocutori rappresentativi dei molti settori differenti, le molte parti della società, e che mette in atto anche modelli che possono attingere a input molteplici e non unicamente basati sulla tecnologia, non esclusivamente derivanti dalla ricerca, ma riconducibili a espressioni varie di creatività.

A questo scopo sono state promosse le Azioni Ponte, nate per connettere i due cicli di programmazione (Cluster tecnologici regionali, OpenLab, Patti per le città, Future in Research).

Tali politiche hanno richiesto un rafforzamento della capacità istituzionale che ha fatto perno sulla interazione e integrazione tra la Regione Puglia e le sue agenzie e società in

house (Agenzia regionale per la ricerca e l’innovazione-ARTI, InnovaPuglia, PugliaSviluppo), coinvolte nella codef inizione e gestione delle politiche per la R&I e la competitività. Esse sono state messe al ser vizio dell’obiettivo più ampio di innescare sempre più progresso, sviluppo, qualità della vita e soprattutto prospettive di occupazione per i più giovani e, contemporaneamente, di rafforzare la competitività, diversificare i settori produttivi e transitare più consistentemente verso attività ad alto valore aggiunto in una logica di specializzazione intelligente.

 

1.3 Il punto di arrivo: la Puglia 2020

Guardiamo la Puglia di domani, scrutando gli spazi in cui si annida l’innovazione, il frutto della ricerca più avanzata, la crescita sociale e lo sviluppo sostenibile generato dalla sua comunità.

Il 2020 è ad un passo. Un passo che compiamo partendo dall’oggi, dal patrimonio disponibile e dalle scelte che sapremo fare, insieme, bene, in tempo. La scommessa sarà vinta se gli strumenti che oggi attiviamo saranno diventati patrimonio sociale e culturale diffuso. Sarà vinta se quanto oggi è sperimentazione sarà diventato ordinario paradigma del fare quotidiano.

Il futuro non è finito.  La Puglia 2020 che vogliamo è una comunità vitale, creativa, inclusiva e innovativa.

Una comunità che può contare su un sistema imprenditoriale con forte cultura della responsabilità sociale, che investe in ricerca e innova, partecipa alle sfide collettive per la sostenibilità ambientale, concilia i tempi vita-lavoro, ha cura della dignità del lavoro e dei lavoratori, della loro sicurezza, della loro salute. Insomma, un sistema che concorre consapevolmente al miglioramento della qualità della vita individuale e collettiva. Una comunità che può contare su un sistema di istruzione, formazione ed alta specializzazione fortemente qualificato e capace, connesso con gli altri attori del territorio, attraente per l’Europa e nel mondo.

Questo è il patrimonio su cui far leva per sviluppare competenze partecipative e promuovere il rispetto della cultura delle diversità, della trasparenza e della responsabilità, partendo dai giovani e sollecitando la loro naturale attitudine al networking e all’innovazione.

Un approccio smart provoca politiche intelligenti e integrate fra loro, obbliga ad uno sguardo lungo e inclusivo, semplifica l’approdo al miglioramento della qualità della vita, al futuro. Innovazione “senza permesso” che restituisce azione.

Puglia 2020: il diritto di avere diritti. Politiche integrate, circolarità delle informazioni, mobilità ecosostenibile, sviluppo del capitale umano, infrastrutture tecnologiche, nuove tecnologie a servizio di welfare, salute e disabilità, innovazione sociale, organizzazione della vita, distretti famiglie, interazione ricerca-impresa, internazionalizzazione,  politiche energetiche. In conclusione, la Puglia che vogliamo nel 2020 è:

ATTTRATTIVA  per imprese esterne, giovani talenti, ecc

COMPETITIVA grazie a tutte le forme di innovazione tecnologica, sociale e territoriale

INCLUSIVA verso i soggetti più deboli (migranti, disabili, donne, giovani, anziani...)

CONSAPEVOLE E RESPONSABILE verso l’ambiente e la propria cultura e tradizione

CONNESSA nel contesto nazionale ed internazionale, in particolare nel Mediterraneo

INTEGRATA nelle politiche di sviluppo per convergere e sostenersi reciprocamente


 

PARTE II LE AREE PRIORITARIE DI INNOVAZIONE

Connettere sfide sociali e traiettorie tecnologiche

 

2.1 La SmartPuglia2020

La SmartPuglia2020 è innanzitutto una proposta di visione prospettica di un nuovo modello di sviluppo economico responsabile basato sul potenziamento progressivo e collettivo di capacità di interconnessione e dialogo ed un uso intelligente, inclusivo e sostenibile delle tecnologie. Traguardando questa visione si potranno perseguire i seguenti obiettivi generali:

-          sostenere la competitività e creare posti di lavoro affrontando le principali problematiche della società, promuovendo un concetto più ampio di innovazione e sfruttando i punti di forza regionali sia attuali che nascenti

-          ottimizzare l’impatto degli interventi del nuovo ciclo di programmazione 2014-2020

-          accompagnando le attività verso migliori opportunità di sviluppare un vantaggio competitivo

-          massimizzare le sinergie tra le diverse fonti dei finanziamenti UE all’innovazione e gli investimenti privati.

Le leve su cui agirà la strategia regionale sono:

·         il rafforzamento delle capacità competitive del sistema produttivo coniugando il saper fare e la creatività del nostro territorio con l’uso sapiente delle tecnologie

·         la valorizzazione dei talenti e delle competenze come fattore chiave del cambiamento;

·         il sostegno alle emergenti sfide sociali e ambientali che richiedono politiche pubbliche più intelligenti capaci di connettere fabbisogni territoriali e nuovi prodotti/ servizi;

·         la diffusione della digitalizzazione come acceleratore della “intelligenza” delle comunità locali e diffuse e strumento per l’open government;

·         la creazione di reti lunghe di connessione per facilitare la circolazione dei saperi anche oltre la dimensione territoriale.

 

2.2 Il sistema produttivo e le dinamiche dell’export

 

2.2.1 I sistemi e i Distretti produttivi

Il Piano di internazionalizzazione 2013-214 traccia un quadro sintetico della capacità del sistema produttivo pugliese in relazione al contesto globale.

 

AEROSPAZIO

Il settore aerospaziale costituisce uno dei settori strategici dell’economia regionale, essendo riuscito ad acquisire una posizione di primo ordine nel panorama internazionale per la sua capacità di proposizione e interazione con i grandi committenti, alcuni insediatisi sul territorio regionale. La Puglia oggi è una delle cinque regioni italiane in cui maggiore è la presenza di attività industriali aerospaziali, sia per numero di insediamenti produttivi (circa 80 aziende tra grandi imprese e PMI) che di addetti impiegati (oltre 5.000 unità), ed è l’unica regione italiana nel cui territorio sono presenti contemporaneamente aziende con prodotti diversificati che costituiscono l’intera filiera, dalla produzione di componentistica a quella dei software aerospaziali.

A far data dal luglio 2008, la Regione Puglia ha riconosciuto in via definitiva il Distretto Produttivo Aerospaziale Pugliese (DAP) che ha la missione di accrescere la competitività delle produzioni aerospaziali regionali, contribuendo alla riconoscibilità delle competenze e delle specializzazioni di ricerca e formazione nel panorama nazionale ed internazionale. L’aerospazio pugliese ha raggiunto e mantiene risultati significativi nel fatturato export che nel 2011 ha raggiunto un valore di circa 290 milioni di Euro, consolidando così la sua quota di mercato a livello mondiale, e portando a segno un risultato positivo della bilancia commerciale che vede, sempre nel 2011, un saldo attivo di circa 130 milioni di euro.

EXPORT: Stati Uniti, Turchia, Francia, Regno Unito e Brasile.

 

SETTORE MECCANICO MECCATRONICA

Il sistema produttivo della meccanica pugliese si caratterizza per la presenza di un numero elevato di aziende di piccole e piccolissime dimensioni, specializzate in una o poche fasi del processo produttivo. Nel 2012, risultavano attive 8.177 imprese meccaniche che rappresentano il 28,8% dell’intero universo manifatturiero pugliese ed offrono occupazione a oltre 53.700 lavoratori. La Regione Puglia a far data da dicembre 2009, ha riconosciuto in via definitiva il Distretto della Meccanica pugliese che punta alla crescita del comparto della meccanica a livello internazionale, potenziando le sinergie tra le aziende del comparto, allargando i mercati secondo il principio della complementarietà e creando poli di aggregazione significativi. L’idea portante, alla base dell’aggregazione distrettuale, è quella di consentire alle imprese di affrontare con maggiore forza la sempre più stringente competizione internazionale, puntare a una crescita economica sostenibile di lungo periodo e garantire una nuova e più qualificata occupazione.

La meccanica pugliese ha raggiunto e mantiene risultati significativi nel fatturato export che nel 2011 ha raggiunto un valore di oltre 2,1 miliardi di Euro (il 26% del totale export regionale) consolidando così la sua quota di mercato a livello mondiale. I comparti più attivi nei flussi esportativi sono la “Fabbricazione di macchine e apparecchiature” (il 40% sul valore totale delle esportazioni di settore nel 2011), “Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi” (che incide per il 26,3% sul risultato esportativo settoriale), “Altri mezzi di trasporto” (14,2% della perfomance esportativa regionale) e le “Apparecchiature elettriche” (il 12,6% del risultato esortativo regionale nel 2011).

EXPORT: Stati Uniti, Francia e Germania.

 

SISTEMA DELLA LOGISTICA

Il sistema logistico pugliese è caratterizzato da una rete strategica di collegamenti, caratterizzata da una crescente intermodalità, composta da: collegamento stradale (da quello Bari-Napoli, che fa da ponte tra Tirreno e Adriatico, a quello della direttrice Adriatica); ferroviario; da un sistema portuale ben sviluppato, con il porto di Taranto (dotato del terzo scalo container a livello nazionale nonché del Distripark/Piattaforma intermodale), quello di Bari, con il suo importante terminal crocieristico, e di Brindisi che sviluppa significativi movimenti di merci e passeggeri; e da un sistema aeroportuale.

Tale rete concorre in modo trasversale a sostenere sia lo sviluppo del commercio estero regionale, sia la valorizzazione della posizione geografica strategica della Puglia, che rappresenta la naturale ponte per l’Europa verso i Paesi dell’area del Mediterraneo e dei Balcani.

Nel mese di ottobre 2010, la Regione Puglia ha riconosciuto in via definitiva il Distretto Produttivo Logistico, composto da 172 soggetti locali di cui 158 imprese, che punta, tra l’altro a “creare le condizioni che possano garantire il rafforzamento delle imprese sul mercato locale e globale attraverso la valorizzazione delle sinergie tra gli attori dello sviluppo, privati e pubblici”.

 

SETTORE DELLA NAUTICA DA DIPORTO

Il settore della nautica in Puglia è costituito da qualche centinaio di aziende, per lo più micro o piccole e di alcune imprese di media grandezza, che posseggono ottime capacità progettuali e tecnologiche, alta specializzazione e una produzione indirizzata sia al territorio nazionale che estero. Le produzioni tradizionali sono state sostituite da prodotti più innovativi che, sempre di più, fanno ricorso a materiali e a processi tecnologicamente avanzati. Il settore nautico pugliese racchiude operatori specializzati nella progettazione, produzione di singole parti delle imbarcazioni, manutenzione, rimessaggio e commercializzazione; pertanto accanto ai cantieri navali veri e propri, si sta sviluppando un indotto molto efficiente, costituito da aziende di impiantistica elettrica, componenti e accessori, officine meccaniche, verniciatori, falegnameria, trasporto, elettronica, meccanica varia, motoristica, carpenteria metallica, ICT.

La Regione Puglia da marzo 2010 ha concesso il riconoscimento definitivo al Distretto della nautica da Diporto pugliese che lavora per sviluppare una vera e propria “economia del mare”, valorizzando le vocazioni territoriali e produttive, ed alimentando le sinergie della filiera nautica a partire dal sistema delle imprese fino alla portualità turistica.

EXPORT: Turchia , Stati Uniti e Argentina.

 

SISTEMA MODA-PERSONA

La Puglia rappresenta, da sempre, uno dei più importanti centri di produzione di abbigliamento e calzature “Made in Italy”. Tra i settori più tradizionali dell’economia pugliese, il sistema moda ha risposto alla sfida della globalizzazione innovandosi e puntando sulla qualità, sulle nuove tecnologie e sull’utilizzo di nuovi materiali hi-tech. Complessivamente, in base ai dati aggionati al 2012, il settore del tessile-abbigliamento-calzaturiero (TAC) è rappresentato da 5.200 imprese attive e impiega circa 47.000 addetti.

Dal luglio 2010 la Regione puglia ha riconosciuto in via definitiva il Distretto Produttivo della Filiera Moda Puglia la cui mission è perseguire l’eccellenza, dando vita a un circolo virtuoso che, tenendo conto delle differenze dimensionali e competitive delle imprese, sviluppi e consolidi le loro potenzialità produttive, commerciali, organizzative.

La Puglia rappresenta ancora uno dei pochi centri produzione di abbigliamento fashion di qualità rimasti attivi in Europa che continua a trovare spazi interessanti sui mercati internazionali.

EXPORT: Albania, Francia, Germania e Cina.

 

SISTEMA CASA (LEGNO-ARREDO)

La filiera del legno-arredo è una delle più consolidate in Puglia, incidendo in maniera significativa sulla composizione del tessuto produttivo pugliese dove risultano essere attive complessivamente 3.764 unità locali che impiegano 21.271 addetti.

Il settore del mobile sta vivendo una fase di trasformazione generata soprattutto dalla necessità di differenziarsi dalla concorrenza a basso costo dei Paesi emergenti: attenzione per il design, alta qualità dei materiali, elevati investimenti tecnologici per realizzare prodotti qualitativamente e stilisticamente più evoluti, elevata propensione all’internazionalizzazione sono gli elementi messi in campo dal sistema produttivo per contrastare la concorrenza e consolidare la posizione sui mercati già presidiati o trovare nuove opportunità in ambiti territoriali diversi. Dal luglio 2010 la Regione Puglia ha riconosciuto in via definitiva il Distretto Produttivo del Legno Arredo la cui missione principale è di individuare le strategie competitive in grado di aiutare le imprese della filiera legno-arredo pugliese a superare le difficoltà congiunturali, ma soprattutto a crescere e svilupparsi nel lungo periodo, reagendo in modo efficace alle trasformazioni in atto nel panorama competitivo italiano ed internazionale.

Nel 2011, il valore dell’export pugliese di settore ha superato i 385 milioni di Euro registrando una flessione del -6,3% rispetto al 2010, mentre le importazioni ammontano a 91,5 milioni di Euro, registrando un saldo positivo degli scambi commerciali di 293,5 milioni di Euro. Il trend è confermato anche nei primi 9 mesi del 2012, in cui le esportazioni di mobili pugliesi si attestano su un valore di 254 milioni di Euro (-11,5% rispetto allo stesso periodo del 2011).

EXPORT: Regno Unito, Francia, Belgio, Germania, Spagna, Cina e Emirati Arabi.

 

 

SETTORE DEI MATERIALI LAPIDEI

La Puglia, dopo la Toscana, costituisce il secondo polo produttivo di materiali lapidei in Italia. Il settore lapideo occupa complessivamente quasi 8.800 addetti che operano in 197 aziende di estrazione e 1.130 di lavorazione. L’importanza del settore è confermata altresì dalla costituzione del Distretto Lapideo Pugliese, che raccoglie al suo interno oltre 250 membri, di cui 208 aziende del settore. L’evoluzione del settore lapideo in Puglia è strettamente collegata alla struttura dell’attività estrattiva a livello locale. L’attività estrattiva in Puglia non è diffusa in maniera omogenea in tutto il territorio in quanto si localizza in corrispondenza delle zone ad alta concentrazione di cave, specializzate in produzioni che si differenziano da provincia a provincia. Fortemente segmentato per tipologia di pietra, il settore lapideo pugliese, si concentra in quattro poli produttivi, diffusi da nord a sud, specializzati nell’estrazione e lavorazione di materiali diversi ma tutti di gran pregio: bacino estrattivo di Apricena, bacino estrattivo di Trani, bacino estrattivo di Fasano-Ostuni e bacino estrattivo di Lecce. Grazie a queste potenzialità la Puglia ha registrato nel 2011 un incremento dell’export di materiali lapidei del 43,6% in quantità e del 42% in valore, per un totale di circa 115 mila tonnellate esportate nel 2011 con un valore di 32 milioni di euro: sono risultati molto importanti se si considera che sono stati conseguiti in un contesto di mercato molto difficile che ha visto una contrazione della produzione e dell’export in quasi tutti i settori industriali italiani con un calo dei consumi interni.

EXPORT: Cina, Hong Kong e Stati Uniti.

 

AGRIFOOD

L’agroalimentare ed il florovivaismo, insieme al turismo ed al tessile-abbigliamento, rap-presentano i settori più tradizionali dell’economia regionale, a causa principalmente del clima mediterraneo e delle grandi estensioni delle pianure: il 90% dei 2 milioni di ettari del terreno regionale è, infatti, rappresentato da superficie agricola, prevalentemente utilizzata per colture olivicole, frutticole e viticole. Il tessuto imprenditoriale agroalimentare pugliese è composto da oltre 83mila imprese attive e che, secondo gli ultimi dati di Coldiretti, nel 2012 hanno generato una PLV (Produzione Lorda Vendibile) di 2,3 Miliardi di Euro, confermando la leadership nazionale della Puglia in termini di produzione agroalimentare: il 68% della produzione di uva da tavola italiana è pugliese; così come il 35% di ciliegie; il 35% di pomodoro; il 35% di olio; il 31% di carciofi ed il 21% di grano duro.

Nel settore, insistono 2 Distretti Produttivi regionali: il Distretto “Terre Federiciane”,  di competenza dell’area Bari-Foggia, che associa 868 soggetti locali, di cui 767 sono imprese ed “Jonico Salentino”, di competenza dell’area Brindisi-Taranto-Lecce, che associa soggetti locali, di cui 196 imprese.  Il commercio estero del settore agroalimentare cresce di anno in anno.

EXPORT: Europa (in particolare Germania), Russia e Canada.

 

Il tessuto imprenditoriale del florovivaismo, concentrato soprattutto nel Salento, sui mercati di Taviano e Leverano e nell’area di Terlizzi, nella provincia di Bari, è invece composto da circa 2.000 aziende, prevalentemente di piccole dimensioni, che contano circa 5mila addetti e producono un fatturato complessivo di 150 milioni di Euro. In questo settore, è presente il Distretto Produttivo Florovivaistico di Puglia, cui fanno parte 265 soggetti locali, di cui 228 imprese.

EXPORT: Fiori in Paesi ex-balcanici (Bosnia Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia, Slovenia); Piante vive in Francia, Germania, Tunisia.

 

SETTORE “GREEN ECONOMY” Ambiente, edilizia sostenibile, energia rinnovabile

La “Green Economy” non è soltanto l’insieme di tutti i settori direttamente collegati alla dimensione ambientale (energie rinnovabili, gestione dei rifiuti e ciclo delle acque ed edilizia sostenibile) ma rappresenta un nuovo approccio produttivo trasversale ai diversi comparti, caratterizzato dall’introduzione delle tecnologie “verdi” e dall’attenzione all’unire lo sviluppo economico con la salvaguardia ambientale.

In base al rapporto realizzato da Unioncamere, intitolato “Green Italy 2012”, in Puglia sono oltre 21 mila imprese che investono in tecnologie “verdi”.

L’importanza del settore è testimoniata anche dalla presenza di ben tre distretti produttivi pugliesi riconducibili alla green economy: il Distretto delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza energetica “La Nuova Energia”, il Distretto Produttivo dell’Ambiente e del Riutilizzo DIPAR ed il Distretto Produttivo dell’edilizia Sostenibile, che annoverano rispettivamente 350, 164 e 200 imprese.

Anche per quanto riguarda le politiche della Regione Puglia nei singoli comparti della green economy e i loro risultati, la Regione Puglia può vantare il successo sul campo: in pochi anni la Puglia è divenuta una regione virtuosa per l’autonomia energetica raggiunta, per il recupero di siti inquinati, per il costante miglioramento dei tassi di raccolta differenziata, per l’attenzione ai suoi mari e alle sue coste e per le leggi nella materia dell’edilizia sostenibile.

La Puglia è, infatti, la Regione leader in Italia per la produzione di energia da fonti rinnovabili.  È la prima per il fotovoltaico, la seconda per l’eolico e la terza per le biomasse. Il quadro normativo pugliese in tema ambientale è fra i più innovativi in Europa e apre ampi spazi di manovra per le imprese operanti in questo settore, impegnate lungo tutta la filiera, dal ciclo dei rifiuti alla bonifica di siti contaminati, dalla depurazione delle acque, ai servizi di purificazione delle aree industriali.

 

SETTORE ICT

Le imprese pugliesi del settore ICT si sono mosse, negli ultimi anni, in una prospettiva di sviluppo mirato a dar loro autonomia e capacità di produrre servizi a maggiore valore aggiunto e spendibili su nuovi mercati. Il tessuto imprenditoriale in ambito ICT nella Regione Puglia è rappresentato da n. 366.367 imprese attive (1 per ogni 11 abitanti), per la maggior parte piccole, vitali e dinamiche. A gennaio 2010, la Regione Puglia ha riconosciuto in modo definitivo il Distretto Produttivo dell’Informatica,



Indietro