Una costellazione di imprese artigiane

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Perché investire al Sud conviene a tutta l’Italia

Non ha usato giri di parole Gianfranco Viesti, sul Il Mattino, quando si è chiesto se convenga ancora investire nel Mezzogiorno. E' una domanda che esplicitamente, o meno, è da sempre presente nel dibattito pubblico italiano e, a maggior ragione adesso, alla luce delle visite di Matteo Renzi a Napoli e Taranto e in previsione del difficilissimo rilancio che il nostro Paese tenta di affrontare.

Il Sud come palla al piede dell'Italia o come un'occasione da sfruttare?

La risposta di Viesti, in 6 punti ben argomentati, propende per la seconda ipotesi, quella che vede il Mezzogiorno come volano per lo sviluppo dell'Italia.

I motivi sono presto detti.

1)Tutte le economie, per crescere, sono destinate ad integrarsi tra loro, che è tra l'altro lo spirito alla base della costruzione europea. Se l'Europa è riuscita a lasciarsi alla spalle le distruzioni della Seconda guerra mondiale, lo deve all'integrazione profonda delle sue economie. I Paesi non crescono in regime di autarchia, bensì creando interconnesioni, scambiando prodotti, capitali, servizi e persone e producendo così benessere. Quel che negli ultimi tempi si è forse dimenticato è che se l'Europa meridionale soffre e i consumatori spagnoli e italiani riducono i propri consumi, a farne le spese saranno anche le grandi multinazionali, ad esempio quelle tedesche come Audi o Volkswagen, che venderanno meno auto. Questo vale ancora di più per il Mezzogiorno e il resto del nostro Paese: in un mercato così integrato come il nostro, se il Sud non cresce all'Italia viene a mancare un importante mercato di sbocco, che renderà ancora più ardua la ripresa della produzione manifattura.

2) Ci si chiede cos'abbia da offrire il Sud e se esso non sia solo un mercato per i beni e servizi provenienti da altre regioni. La risposta è che c'è moltissimo che il Sud può dare: esso rappresenta un bacino produttivo costituito da più di 20 milioni di persone, con i suoi saperi, la sua cultura e le sue risorse, in particolare quelle immobili come città e ambiente. Ogni regione ha i suoi vantaggi comparati e venderà i prodotti e i servizi in cui eccelle. L'esempio di Germania e Slovacchia è lampante: i due paesi sono diversissimi, eppure il commercio tra loro è fiorente, poiché ognuno punta suoi propri vantaggi competitivi.

3) Viesti entra nel concreto. Sono numerosi i prodotti in cui il Mezzogiorno può essere leader con produzioni ad altissima qualità, a partire dal settore agroalimentare e dai prodotti agricoli, base di un'alimentazione sana ormai richiesta in tutto il mondo. Il Sud è uno straordinario giacimento di servizi turistici, culturali e ricreativi nonché un'importante riserva per le energie rinnovabili, richiestissime a livello globale, basti vedere lo sfruttamento del solare negli ultimi anni. Inoltre, il Sud ha una posizione geografica unica: è certo lontano dall'Europa più ricca, ma è al centro del Mediterraneo, quindi al centro dei traffici dall'Oriente e dalle Americhe; molti successi della Germania degli ultimi anni si devono alla sua vicinanza con i Paesi dell'Est i quali, dopo la caduta del Muro, hanno affrontato una crescita economica tumultuosa.

4) La cultura produttiva e i saperi che il Mezzogiorno è riuscito a sviluppare non vengono sempre riconosciuti ed è quindi giusto elencarli: è al Sud che si trovano le sedi principali delle produzioni automobilistiche e siderurgiche italiane (con tutti i pro e contro che ne derivano), con importantissime sedi produttive aeronautiche e componentistiche e con imprese spesso agglomerate, e altamente competitive, nel settore della meccanica e dell'informatica avanzata. La tradizione artigiana può raggiungere punte di eccellenza; le città grandi e medie hanno saperi, tecnologie e creatività capaci di creare nuove imprese e sono spesso dotate di sedi universitarie che vantano dipartimenti e ricercatori di altissimo valore. Senza dimenticare che al Sud c'è Napoli che, pur con tutti i suoi problemi, rimane pur sempre una grande città industriale.

5) Giacimenti, potenzialità e saperi sono un fatto concreto. Dunque perché non riescono a creare abbastanza lavoro per i suoi abitanti, per fare poi in modo che questo lavoro crei prodotti d'eccellenza che possano essere rivenduti in Italia e nel mondo? Perché mancano gli investimenti, prosegue Viesti. Nessuno intende negare colpe e responsabilità del Mezzogiorno stesso, causa di tanti mali e arretratezze. Però è anche giusto ricordare, ad esempio, che se Gioia Tauro non riesce a trasformarsi in uno dei più grandi hub al mondo per il commercio con l'Asia, è anche perché non si investe sulle infrastrutture: se si costruissero nuovi reti ferroviarie, ci sarebbe un modo veloce e low cost di far arrivare in Calabria container dal resto della Penisola. I buoni propositi non mancano, e neanche le potenzialità, ma tutto questo da solo non potrà mai generare ricchezza e occupazione senza i dovuti investimenti.

6) Il Mezzogiorno necessita dunque di investimenti pubblici in settori ormai ben noti a tutti: scuola, università, trasporti, banda larga, tutela del suolo, valorizzazione del patrimonio culturale. Il vero sviluppo arriverà però quando ci saranno anche capitali privati, e più sicurezza e legalità, accompagnate da politiche industriali mirate che premino crescita delle imprese, internazionalizzazione ed innovazione. L'auspicio di Viesti è che il Presidente del consiglio sappia guardare lontano, e che alle parole seguano i fatti poiché “investire al Sud”, conclude Viesti, “conviene a tutta l'Italia, facciamolo”.

 



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