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Ires, le imprese pugliesi versano oltre mezzo miliardo Il reddito medio d’impresa è di 68mila euro

Centro Studi

Bari, 18/02/2016 – Le aziende pugliesi versano oltre mezzo miliardo di euro per l’imposta sul reddito delle società (Ires). Rispetto all’anno precedente, il gettito è aumentato di circa 10 milioni, pari all'1,9 per cento (l’anno prima sono stati versati 499 milioni). A rilevarlo è il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato gli ultimi dati del Dipartimento delle Finanze.

 

In particolare, sono state presentante 58.890 dichiarazioni, pari al 5,3 del totale nazionale (1.104.875). L’anno prima ne erano state presentate 57.947. Si registra, dunque, un incremento dei modelli Ires inviati al Fisco (943 in più, pari all’1,6 per cento).

Il reddito d’impresa medio è di 68.713 euro, in crescita dell'1,4 per cento rispetto all’anno prima (67.773), mentre la perdita media è di 60.637 euro.

Le società hanno dichiarato un imponibile di un miliardo 856 milioni, registrando un aumento dell'1,9 per cento, rispetto all’anno precedente (un miliardo 820 milioni).

Il reddito imponibile medio è di 59.359 euro, mentre l’imposta media è di 16.286. In Puglia, le società che hanno aderito al «regime consolidato» sono state 317. Quelle consolidanti sono state 82.

 

«L’elaborazione del nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenzia non solo una crescita delle dichiarazioni IRES ma anche un cospicuo incremento del relativo gettito fiscale così come del reddito d’impresa medio.

Il dato sembra dunque essere sintomatico di un quadro congiunturale in miglioramento, ma non dobbiamo dimenticare che è circoscritto alle sole imprese costituite in forma di società.

Purtroppo il Governo non è riuscito ad anticipare in legge di stabilità il taglio dell’aliquota IRES dal 27,5 al 24 per cento, un’operazione che solo in Puglia avrebbe liberato risorse per 60 milioni, usando come base di calcolo i dati delle dichiarazioni 2014.

Allo stesso modo – conclude il Presidente – continuano a mancare quegli interventi che tengano conto delle esigenze della piccola impresa come ad esempio la deducibilità totale dell'IMU sugli immobili strumentali, beni che continuano ad essere soggetti ad una tassazione gravosa e priva di una coerente giustificazione

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al link sottostante 



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