Una costellazione di imprese artigiane

Notizie Live

News

Record di imprese in Italia nonostante crisi ostacoli ma la metà chiude entro i primi cinque anni di vita

Il 49,5% delle aziende italiane getta la spugna prima di compiere il quinto anno di attività, sconfitte da un ambiente troppo spesso ostile all’iniziativa economica.

Nonostante la crisi l’Italia resta la patria mondiale dell’imprenditoria, soprattutto dal punto di vista quantitativo, con 6,6 imprese ogni 100 abitanti. In tal modo l’Italia è in testa alla classifica dei Paesi ad economia avanzata con il più alto tasso di imprenditorialità. Al secondo posto vi è la Francia con 4,1 imprese ogni 100 abitanti, seguita dal Regno Unito con 2,8 aziende per 100 abitanti.

Se l’Italia è la ‘capitale’ mondiale dell’imprenditoria lo deve all’artigianato che, con 1.448.867 aziende, spicca per la capillare presenza sul territorio italiano.

Secondo la rilevazione di Confartigianato, le piccole patrie dell’artigianato sono diffuse ovunque nel territorio italiano, ma le imprese trovano un terreno particolarmente fertile a Prato, Fermo, Reggio Emilia, le tre province con il più alto tasso di imprenditorialità artigiana.

All’artigianato e alle piccole imprese si deve la tenuta occupazionale anche nella fase più acuta della crisi: tra il 2007 e il 2010 le micro imprese con meno di nove addetti hanno fatto registrare un aumento dell’1,2% degli occupati a fronte di un calo dell’1,5% degli addetti del totale delle imprese.

“Siamo un popolo di imprenditori – rileva il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini – e lo dimostriamo a dispetto della crisi e dei tanti ostacoli che spengono le iniziative imprenditoriali. Questa propensione va sostenuta sia nella fase di avvio dell’impresa, sia soprattutto durante la vita dell’azienda. Non basta puntare sulle start up innovative se poi in Italia continuano a non esserci le condizioni favorevoli perché le imprese possano svilupparsi e generare occupazione. Per offrire un futuro alle giovani generazioni occorre sicuramente facilitare la creazione d’impresa, ma è anche indispensabile dare segnali concreti alle imprese già esistenti e assicurare la continuità e la solidità del nostro tessuto produttivo”.



Indietro