Una costellazione di imprese artigiane

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Le differenze territoriali nei percorsi di formazione degli apprendisti

Osservando, Regione per Regione, le regole che vengono applicate sul territorio per la formazione degli apprendisti assunti dalle imprese con il contratto di mestiere, viene fuori che in ogni area del Paese esiste un percorso di training diverso.

Lo scrivono Francesca Barbieri e Valentina Melis in un articolo per Il Sole 24 Ore, in cui rendono noti anche dati del ministero del Lavoro dai quali risulta che l'apprendistato sta tornando a crescere tra le assunzioni (16% annuo nel secondo trimestre 2014). E' dunque una buona notizia che il Ddl di Stabilità abbia mantenuto intatto lo sconto annuo sui contributi a favore delle imprese che decidono di stabilizzare gli apprendisti dopo i tre anni di formazione.

Il punto debole, fanno notare Barbieri e Melis, è costituito proprio dai percorsi formativi. Lo scorso 20 febbraio, la Conferenza Stato-Regioni aveva diffuso una serie di linee guida allo scopo di adottare un'identica disciplina per tutte le Regioni d'Italia. Indicazioni sinora sono rimaste quasi del tutto inapplicate dato che solo cinque regioni - Marche, Lombardia, Piemonte ed Umbria ( in Friuli V.G. manca ancora la documentazione ufficiale) – sono in regola ed applicano le linee guida governative con regole regionali.

Adapt, Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali, ha condotto un monitoraggio accurato sulla fase di recepimento, nel resto d'Italia, delle linee guida del governo, ed è giunta alla conclusione che in tutte le Regioni il traguardo sia ancora molto lontano. Si distinguono solo il Trentino Alto-Adige, che ha deciso di non procedere nella direzione dell'accordo, e l'Emilia Romagna, che invece ha invece messo in atto le successive direttive del governo introdotte dal decreto Poletti, che obbligano di comunicare ai datori l'offerta formativa disponibile entro 45 giorni dall'assunzione di un apprendista. Per tutte le altre Regioni, scrivono i ricercatori di Adapt, si tratta di un vero e proprio “fallimento del processo di semplificazione” che il governo aveva giustamente voluto avviare all'inizio dell'anno.

Gianfranco Simoncini, assessore al Lavoro della Toscana nonché coordinatore nazionale di tutti gli assessori regionali al Lavoro, chiarisce che, le ragioni del ritardo, sono dovute al decreto Poletti, che ha mutato parti molto importanti del Testo unico sull'apprendistato diffuso dalla Confereza Stato-Regioni. Simoncini spiega che, dopo la conversione in legge del decreto, si è ripreso il lavoro di modifica e che la Toscana ha deciso di approvare a breve il regolamento attuativo che recepisce sia le linee guida sia le modifiche apportate al Testo unico.

Le aziende che non siano state contattate dalla Regione, non possono assolutamente essere sanzionate per non aver fatto seguire la formazione di base agli apprendisti; l'obbligo formativo, però, va rispettato se previsto dal contratto collettivo del settore.

Dunque, sino a che tutte le regioni non avranno recepito le linee del Testo unico, ognuna di esse continuerà ad applicare, in ordine sparso, le regole regionali sulla formazione.

Altre novità, questa volta sul fronte delle tutele sul lavoro, le comunica Bruno Benelli su la Stampa.

Benelli fa sapere che è in arrivo un assegno di maternità per le lavoratrici autonome dell'agricoltura (coltivatrici dirette, colone, mezzadre, imprenditrici agricole professionali) e che esso ammonterà a 33,50 euro al giorno.

Il bonus bebè è previsto anche per artigiane e commercianti e risulterà un po' più elevato, con 38,06 euro al giorno. I valori 2014 derivano dai limiti minimi di retribuzione giornaliera stabiliti per le qualifiche di operaio dell'agricoltura e di impiegato dell'artigianato e del commercio, e sono dunque scollegati dal reddito effettivamente realizzato dalle interessate. Benelli chiarisce che l'assegno Inps sarà pagato per i due mesi prima e per i tre mesi dopo il parto, e coprirà tutti i giorni compresi nel periodo, togliendo però i giorni festivi e le domeniche.

Partendo da un'ipotesi di un periodo medio di 130 giorni, le agricole riceveranno così 4.355 euro, mentre le artigiane e le commercianti otterranno 4.950 euro.

Le interessate potranno anche richiedere il congedo parentale ( ma questo è facoltativo) di tre mesi entro il primo anno di vita del bambino. In tal caso, l'assegno giornaliero Inps subirà una modifica: scenderà a 12,56 euro per le agricole ed a 14,27 per le altre categorie. Valutando una media di 76 giorni, si otterrà la cifra di 955 euro per le agricole e di 1.085 per le altre. Per capire quanto l'Inps “valuti” un figlio, nel caso di richiesta di entrambi i congedi, basta sommare i due valori ed il risultato è di 5.310 euro per le agricole e di 6.035 euro per le artigiane e commercianti.

Benelli, nella sua analisi, passa poi ad occuparsi del lavoro parasubordinato ( collaborazioni coordinate e continuative, anche a progetto, consulenze, attività libero-professionali, ecc) per capire invece a quanto può ammontare l'indennità di maternità per tutte le lavoratrici “pure”, cioè quelle non titolari di una pensione e che non risultano assicurate anche presso un'altra forma di previdenza obbligatoria. Questi soggetti pagano il contributo con l'aliquota più alta, quella del 28,72%, sui compensi riscossi ( il 27,72% per le libere professioniste). Per avere diritto al bonus bebè, è fondamentale che le interessate abbiano versato importi in misura tale da poter coprire almeno tre mesi di contributi Inps (nell'arco dei 12 mesi precedenti l'inizio del periodo indennizzabile). L'indennità verrà così calcolata nella percentuale dell'80% del compenso da lavoro.

Si può fare un esempio prendendo come riferimento un reddito di base pari a 15.000 euro. Per la lavoratrice interessata il periodo di maternità obbligatoria verrà retribuito con 41,10 euro al giorno ( 15.000: 365 giorni x 80%). Il periodo di congedo parentale verrà pagato con 12,33 euro al giorno (15.000: 365 x 30%). Per quanto riguarda le libere professioniste l'assegno (ma solo per il congedo obbligatorio, per queste ultime non è previsto anche quello parentale) verrà elargito solo a condizione che si siano effettivamente astenute dal lavoro per i cinque mesi che la legge indica.

Nel caso in cui abbiano lavorato, perderanno automaticamente il diritto al pagamento.

 

 

 

 

Fonte:   Francesca Barbieri – Valentina Melis. Il Sole 24 Ore

 

             Bruno Benelli. La Stampa TuttoSoldi

 

 

 

 

 

 

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