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Banche europee più solide e trasparenti

Banche europee più solide e trasparenti

Francesco Daveri, sul Corriere della Sera, scrive che, dopo mesi di lavori preparatori, sono stati finalmente resi pubblici i risultati degli stress test, una serie di valutazioni complessive dello stato di salute dei bilanci di 130 grandi banche europee.

L'obiettivo dei test era quello di ottenere informazioni più dettagliate sul reale valore dei crediti iscritti a bilancio dalle banche e, tramite i risultati degli stress test, capire quanto questi valori potrebbero scendere in condizioni macroeconomiche e di mercato estremamente negative.

La scelta di procedere ad esami approfonditi dei bilanci bancari è il punto finale, spiega Nicola Saldutti sul Corriere della Sera, della grande Crisi cominciata nel 2008 con il crollo di Lehman Brothers, un “cerchio che si chiude”. Sino ad ora, la credibilità di una banca dipendeva dai mercati e la solidità derivava dalla compravendita delle azioni, mentre oggi sarà tutto diverso. Ci sarà, per la prima volta in assoluto, una certificazione delle autorità di vigilanza che stileranno un elenco, nome per nome, di ogni istituto bancario e delle sue debolezze, o punti di forza, in teoria sgombrando il campo da ogni ambiguità. I risultati degli stress test sono ora in mano alla Bce, che nel frattempo è diventata supervisore unico dell'attività bancaria, portando a compimento il progetto di Unione bancaria, un passo ritenuto fondamentale per evitare altri, possibili crac finanziari.

Daveri spiega che la frammentazione delle regole e delle supervisioni nazionali erano la causa primaria dell'opacità dei bilanci bancari, che avevano portato poi ai bubboni finanziari che ben conosciamo, come quelli che hanno devastato il sistema bancario spagnolo (salvato dai soldi del fondo Ue Salva-Stati) o che hanno provocato gli scandali, più recenti, del Banco Espirito Santo in Portogallo o dell'Hypo Alpe Adria in Austria.

Dunque, nei mesi che hanno preceduto l'ufficializzazione dell'Unione bancaria, la Bce ha obbligato le banche ad uniformare le definizioni dei loro crediti poco liquidabili e di dubbia esigibilità, per poter arrivare ad avere banche europee finalmente capitalizzate e con bilanci più sicuri: il tutto per far ripartire, senza ostacoli, il credito bancario verso famiglie ed imprese.

Ma veniamo ai risultati degli stress test, resi noti proprio in questi giorni.

Per quanto riguarda il nostro Paese, sia la Banca d'Italia che il ministero dell'Economia stanno cercando di essere il più pragmatici e ottimisti possibile, scrive Stefania Tamburello sempre sul Corriere, visto che, dagli esami della Bce, il sistema bancario italiano ha dimostrato di essere complessivamente solido e compatto.

In Italia, sono state 15 le banche sottoposte al Comprehensive assestment della Banca centrale europea e tutte hanno superato la prova più importante, quella della verifica degli attivi di bilancio. Questo significa: conti in ordine ed un capitale più consistente dei limiti previsti. Anzi, va detto che Intesa Sanpaolo e Unicredit risultano tra le più capitalizzate d'Europa.

I problemi, per le banche italiane, sono arrivati dai risultati della seconda parte degli esami, quella degli stress test. Il risultato è stato ben al di sotto delle aspettative, poiché 9 istituti di credito non hanno passato l'esame, rappresentando la pattuglia più numerosa a livello europeo e mettendo così in cattiva luce anche tutte le altre banche italiane, nonostante siano solo due gli istituti risultati effettivamente non in regola, cioè Mps e Carige.

Il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, che sarà anche il rappresentante italiano nel nuovo meccanismo di vigilanza europeo, spiega che la colpa è del tipo di test fornito dalla Bce, la quale, per il suo esame, avrebbe costruito uno scenario avverso particolarmente pesante, “estremo, quasi apocalittico” continua Panetta, “che disegna un Paese al collasso e con zero possibilità di realizzarsi”. Infatti, le condizioni immaginate dalla Bce prevedevano 5 anni di recessione, il crollo del Pil come in tempo di guerra, uno spiccato rialzo dei tassi a medio e lungo termine ed un ritorno delle tensioni sul debito sovrano. Uno scenario molto serio, forse troppo, deciso a Francoforte in modo collegiale, dopo ampie discussioni che risentono molto probabilmente della situazione di scarsa crescita dell'Italia.

Il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, dà un'immagine che rende bene il pensiero delle nostre istituzioni sullo svolgimento dei test: “ Fosse stata una corsa di cavalli sarebbe stato come partire con l'handicap”. Di certo, i risultati non sono completamente inattesi ma, quello che più ha stupito, sono state le performance delle banche francesi e tedesche, poiché hanno tutte passato i test della Bce. E pone seri dubbi sulla metodologia utilizzata: decisa di comune accordo a Francoforte ma poi applicata da ogni autorità nazionale in modo un po' diverso.

Sono stati gli stessi analisti ad avere qualche dubbio sulla parità di trattamento ed a mettere in evidenza alcune incongruenze, dato che, nelle settimane passate, avevano espresso timori su alcune banche tedesche, che però hanno poi tranquillamente passato i test.

Alcuni analisti bancari, ad esempio, hanno fatto notare che, nello scenario di riferimento dei test per le banche tedesche, si parlava dell'esposizione dell'industria navale, che è in forte crisi in Germania, soltanto di 1 miliardo, quando la Commerzbank da sola nei suoi conti ne indica il doppio.

Questo pone molti quesiti sul comportamento di alcuni Paesi. L'Italia però va avanti per la sua strada e Bankitalia ha già informato la Bce che, le carenze di capitale riscontrate, “sono perfettamente gestibili”. Panetta spera che i risultati degli stress test non creeranno altri vincoli al credito bancario e che serviranno solo a rassicurare gli investitori sulla forza delle banche italiane.

Non va però perso di vista il nodo cruciale della questione, scrive Fabrizio Massaro: dopo dieci mesi di verifiche, simulazioni e soprattutto ricapitalizzazioni, per un totale di oltre 203 miliardi da metà 2013, si può affermare che il quadro che emerge mostra un sistema europeo bancario “solido”, come affermano Vitor Constando e Danielle Nouy, rispettivamente vicepresidente Bce e capo della Vigilanza di Francoforte.

L'operazione portata avanti dalla Bce è stata possente ed ha oggettivamente dato buoni risultati: delle 131 banche sottoposte ad esami – la verifica della qualità degli attivi (asset quality review, o aqr) e la resistenza a choc dell'economia ( stress test) – solo 25 non hanno passato il test sulla base dei bilanci 2013. Considerando però i rafforzamenti avvenuti nel 2014, il contesto decisamente migliora, con solo 13 banche “bocciate”, con un totale di 9,5 miliardi mancanti. Di questi, 3 miliardi si riferiscono alle due banche italiane sopraccitate, Mps ( 2,1 miliardi) e Carige ( 814 milioni): Mps risulta così essere l'istituto di credito più debole dell'intera Eurozona. Nelle 13 compaiono anche Bpm e Popolare di Vicenza, che sono però ormai “salve” poiché hanno condotto una serie di operazioni fuori dall'esame Bce; tra le “bocciate” risultano esserci anche una banca austriaca, due belga, una cipriota, due greche, una irlandese, una portoghese e due slovene. Molte di queste sono fuori pericolo perchè, come per Bpm e Popolare di Vincenza, hanno già realizzato le ristrutturazioni necessarie, recuperando i miliardi mancanti. Invece, sullo stesso piano di Mps e Carige, risultano esserci l'austriaca Volksbanken (860 milioni mancanti), l'irlandese Tbs ( 850 milioni) e la portoghese Banco Comercial (1, 15 miliardi). Le big del sistema bancario italiano hanno tutte superato l'esame, comprese le Popolari, anche se alcune tra queste sono appena sopra la soglia minima richiesta. Il ministro dell'Economia Padoan si è mostrato molto soddisfatto per la “solidità” del sistema; è inoltre emerso che il sistema bancario italiano, anche in situazioni estreme, può vantare un'eccedenza di 25 miliardi.

Ora la vera sfida, conclude Massaro, sarà quella di tornare finalmente a finanziare l'economia reale.

 

 

 

Fonte:  Il Corriere della Sera   - Nicola Saldutti

 

                                                 - Francesco Daveri

 

                                                 - Stefania Tamburello

 

                                                 - Fabrizio Massaro

 

 

 

 

 

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